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Affermando che il loro trattamento va contro la famosa clausola”non essere malvagia”nel codice di condotta dei dipendenti di Google, tre ex dipendenti stanno facendo causa alla società.

Google una volta aveva notoriamente”Don’t Be Evil”come motto, ma conserva ancora quelle parole come clausola del contratto che i dipendenti devono firmare. Ora questo codice di condotta e quelle parole specifiche sono oggetto di una causa.

Secondo Vice, Rebecca Rivers, Paul Duke e Sophie Waldman, sono stati licenziati da Google in pochi minuti l’uno dall’altro il 25 novembre 2019. Google ha affermato che i tre avevano ciascuno delle informazioni trapelate e avevano usato”ricerche sistematiche”di informazioni”al di fuori dello scopo del loro lavoro”.

Tuttavia, i tre ex ingegneri del software affermano che la vera ragione del loro licenziamento è stata a causa delle loro proteste contro l’agenzia Customs and Border Protection (CBP). A quel tempo, il CBP stava ingabbiando i migranti e separando i genitori dai bambini, ma Google aveva deciso di vendere software di cloud computing all’agenzia.

Rivers, Duke e Waldman hanno diffuso una petizione a livello aziendale chiedendo a Google di non collaborare con il CBP o con le agenzie di immigrazione e dogana (ICE).

Ognuno di loro afferma che ciò era specificamente in linea con il codice di condotta di Google, che dice:”se vedi qualcosa che pensi non sia giusto, parla!”

“Rivers, Waldman e Duke sono impegnati in attività coerenti con l’obbligo contrattuale di Google”Non essere malvagio””, afferma la causa vista da Vice.”In particolare, hanno messo in dubbio la direzione di Google in merito alla sua intenzione di stipulare un contratto con le agenzie per la protezione delle dogane e delle frontiere, l’immigrazione e le dogane e/o l’Ufficio per il reinsediamento dei rifugiati dell’amministrazione Trump”.

I tre ex dipendenti sono già impegnati in una causa legale presso il National Labor Relations Board. Ciò afferma che Google li ha licenziati illegalmente per essersi impegnati in attività di organizzazione del lavoro.

Google non ha commentato pubblicamente la nuova causa.

Già nel 2013, prima di trasferire la frase”Non essere malvagio”in una clausola contrattuale, Google stava affrontando critiche per le sue presunte azioni”cattive”.

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