AppleInsider è supportato dal suo pubblico e può guadagnare commissioni come Associato Amazon e partner affiliato sugli acquisti idonei. Queste partnership di affiliazione non influenzano il nostro contenuto editoriale.
Un nuovo rapporto descrive in dettaglio come Apple abbia aumentato la sua dipendenza dai partner della catena di approvvigionamento cinese, tra cui Luxshare, che secondo quanto riferito è pronta a spodestare Foxconn come fornitore principale di Apple.
I nuovi dettagli seguono un rapporto di inizio dicembre che rivela un presunto accordo segreto che Apple ha stretto con il governo cinese per investire in società locali. Le informazioni giovedì ha rivelato cosa comportano alcuni di questi investimenti.
Ad esempio, Apple ha spostato gran parte della sua attività nella catena di approvvigionamento verso società con sede in Cina. Le informazioni dicono che questo è il CEO di Apple, Tim Cook, che mantiene la sua promessa di aiutare Pechino ad espandere il suo settore tecnologico locale.
Un anno dopo la conclusione dell’accordo, ad esempio, Apple ha contattato Luxshare per assemblare gli AirPods. Ciò ha posto fine al dominio delle aziende con sede a Taiwan nella catena di assemblaggio di Apple.
L’accordo con Luxshare ha segnato un”punto di svolta”per Apple e la Cina, afferma The Information. Ha portato Luxshare al livello più alto dei fornitori Apple che si occupano di assemblaggio e confezionamento di beni di consumo finiti.
Luxshare, che già supera Foxconn in termini di capitalizzazione di mercato, potrebbe persino posizionarsi per spodestare Foxconn come uno dei più grandi picchiatori della catena di approvvigionamento Apple. Foxconn, preoccupata per l’azienda cinese in rapida ascesa, avrebbe persino riunito un team per studiare l’azienda.
Secondo The Information, l’accordo di investimento da 275 miliardi di dollari tra Apple e la Cina è un modo per il colosso tecnologico di Cupertino di tagliare i costi e”fare il favore di Pechino”. La Cina è un’azienda fondamentale per Apple, che rappresenta circa il 20% delle sue entrate. È anche un mercato precario, con i consumatori che a volte boicottano i prodotti Apple a favore dei marchi locali.