Mentre Intel non ha pubblicamente hanno annunciato i loro piani intorno al Software Defined Silicon (SDSi), le patch del kernel Linux che consentono l’attivazione delle funzionalità della CPU con licenza stanno continuando a progredire verso l’integrazione della linea principale.
A settembre siamo stati i primi a richiamare l’attenzione sulle patch pubblicate all’epoca per questo Software Defined Silicon che consente l’attivazione di funzionalità hardware con licenza aggiuntiva. Le patch sono continuate mentre Intel è stata informata sul tipo di funzionalità che prevede di avere nell’hardware con i futuri processori, ma le mantiene concesse in licenza/acquistate separatamente funzionalità che devono essere attivate da questo driver”intel_sdsi”basato su firma crittografica certificati. Presumibilmente SDSi sarà utilizzato con le future CPU per server Intel dato il loro tempestivo supporto Linux, ma sarà interessante vedere come andrà a finire.
Dalle patch originali di settembre, Intel ha perfezionato il codice di supporto SDSi Linux che riporta alla memoria il servizio di aggiornamento di Intel di dieci anni fa per le funzionalità attivate dal software su processori Core selezionati. | anche il sollevamento delle restrizioni di cache/frequenza come visto con il software Intel Upgrade Service originale.
Ieri sera è stata pubblicata una nuova serie di patch. Alcune delle modifiche alla preparazione per il supporto di intel_sdsi erano già state unite per il ciclo di Linux 5.17, quindi l’effettiva abilitazione di SDSi ora è ridotta a sole tre patch. Queste patch aggiungono il nuovo driver della piattaforma Intel Software Defined Silicon, nonché lo strumento di provisioning di esempio e test automatici per l’interfaccia sysfs esposta dal driver allo spazio utente.
Queste ultime patch ora oggetto di critiche nell’ambito del processo di revisione possono essere trovate su la mailing list del kernel. Vedremo se il lavoro su Intel SDSi sarà completato in tempo per il ciclo del kernel v5.18 a fine marzo.