In primo luogo, grazie per aver cliccato sul mio titolo click-bait — è guerra di trincea qui sul fronte ambientale, sociale e di governo societario (ESG) al momento, e i confronti vengono lanciati a sinistra, a destra e al centro.
Nessuno odia i confronti più di me, ma finché gli archi vengono tirati, mi riservo il diritto di tirare il”muh militare!”carta. Ma prima, dobbiamo capire come il complesso militare-industriale (MIC) sia inestricabilmente legato al sistema finanziario legacy, attraverso le madri di tutte le industrie legacy, il petrolio e il petrodollaro.
Il MIC è più essenziale per il sistema finanziario di quanto si possa pensare. Ovviamente, avevo i miei sospetti e i fatti di base, ma questo pezzo per Bitcoin Magazine di Alex Gladstein, chief strategy officer della Human Rights Foundation, mi ha davvero portato le cose a casa. Il pezzo di Gladstein è una breve lettura, circa 6.500 parole, e dovrebbe essere considerato un prerequisito minimo obbligatorio per praticamente tutti i Bitcoiner, certamente quelli che sono seriamente intenzionati a entrare nella discussione ESG o sui diritti umani.
Se la lettura non è per te, assicurati di ascoltare il podcast di un’ora di approfondimento. Anche se non posso riassumerlo per te, ecco la gestalt di base: il sistema finanziario mondiale non può esistere senza il petrodollaro, che non può esistere senza il sostegno del governo degli Stati Uniti e, per estensione, delle forze armate degli Stati Uniti, e di ulteriore estensione, il resto dei governi e degli eserciti del mondo. Pertanto, se desideriamo confrontare le emissioni di Bitcoin con il”sistema finanziario legacy”, il anche l’esercito deve essere considerato, così come le sue principali industrie di supporto. Si potrebbe anche sostenere che anche la quasi totalità del servizio pubblico (con la possibile eccezione dell’assistenza sanitaria) è un ingranaggio obbligatorio della macchina finanziaria, ma questo sarà un articolo per un’altra volta.
Questo pezzo aggregherà la letteratura attuale sulle emissioni militari, nonché un riepilogo della metodologia e delle ipotesi alla base di questi numeri. Confronterò quindi questi numeri con Bitcoin. Fa molto affidamento sulle seguenti quattro fonti (consiglio di leggerle tutte se sei interessato a questo argomento):
Anche se esistono dati solidi solo per Stati Uniti, Europa e nel Regno Unito, costituiscono una quota sufficientemente dominante dell’industria e delle spese militari mondiali da poter trarre conclusioni globali. Dr Stuart Parkinson di The Scientists For Global Responsibility, autore di tre dei suddetti rapporti, conclude in uno di essi:
“Stimo che le emissioni di carbonio delle forze armate mondiali e le industrie che forniscono le loro attrezzature sono nella regione del 5% del totale globale. Ma questo non include le emissioni di carbonio degli impatti della guerra, che potrebbero raggiungere l’1%. Quindi l’impronta di carbonio militare totale potrebbe essere del 6%.”
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