ChatGPT di Open AI ha ricominciato a offrire servizi in Italia dopo aver affrontato le preoccupazioni normative sollevate dall’agenzia nazionale per la protezione dei dati, il Garante.

Il chatbot preferito da Internet, bandito in Italia per quasi un mese, è ora operativo, anche se a seguito di alcuni cambiamenti sistemici.

Torna il 31 marzo, Garante ha posto un divieto temporaneo sui servizi ChatGPT in Italia a seguito di sospetti di violazione del Regolamento generale sulla protezione dei dati dell’Unione Europea (GDPR ) dal popolarissimo Chatbot.

Tuttavia, il divieto è stato guidato principalmente da una violazione dei dati in ChatGPT che si è verificato il 20 marzo, esponendo conversazioni degli utenti e informazioni di pagamento.

Secondo l’autorità italiana per la sicurezza dei dati, ChatGPT non aveva alcun supporto legale per difendere il suo enorme database di dati individuali, che sosteneva fosse utilizzato per addestrare gli algoritmi alla base del suo funzionamento.

Garante ha inoltre evidenziato la mancanza di un sistema di verifica dell’età, esponendo così i minori e gli utenti minorenni di ChatGPT a risposte che potrebbero andare oltre il loro livello di sviluppo e consapevolezza.

ChatGPT aderisce al Garante, introduce nuove politiche 

Quasi un mese dopo il divieto, sembra che gli sviluppatori di ChatGPT, Open AI, abbiano adottato le misure necessarie per soddisfare le richieste della sicurezza italiana cane da guardia.

Secondo il comunicato ufficiale confermando il ripristino dei servizi ChatGPT da parte del Garante, Open AI ha accettato di ampliare la propria politica sulla privacy, consentendo alle persone in tutta Europa, compresi i non utenti, di opporsi al trattamento dei propri dati per l’addestramento degli algoritmi.

Lodando questo sforzo di conformità normativa dimostrato da Open AI, il Garante ha dichiarato: 

“La SA italiana riconosce i passi avanti compiuti da OpenAI per conciliare i progressi tecnologici con il rispetto per i diritti delle persone e si augura che l’azienda continui nei suoi sforzi per rispettare la legislazione europea sulla protezione dei dati.”

Inoltre, il Garante ha invitato Open AI a soddisfare tutte le richieste in sospeso come stabilito in un ordine datato 11 aprile.

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Le autorità europee intensificano gli sforzi sulle normative sull’IA

Man mano che i servizi basati sull’intelligenza artificiale come ChatGPT prendono piede, le autorità europee intensificano gli sforzi per regolamentare il settore in rapido sviluppo e proteggere gli interessi degli utenti.

Ad esempio, in seguito al divieto temporaneo di ChatGPT da parte del Garante, il Comitato europeo per la protezione dei dati (EDPB), esecutore generale dei regolamenti generali sulla protezione dei dati dell’UE, ha schierato una task force speciale per condurre una ricerca completa sul chatbot.

Inoltre, i membri del parlamento dell’Unione europea hanno avviato la fase del trilogo dell’AI Act – un disegno di legge volto a controllare l’operatività delle imprese basate sull’intelligenza artificiale.

Secondo le proposte del disegno di legge, i prodotti AI saranno classificati in base al loro livello di rischio che va da minimo, limitato, alto e inaccettabile.

Questo disegno di legge, se approvato, imporre a tutte le società di intelligenza artificiale di divulgare qualsiasi materiale protetto da copyright impiegato nello sviluppo dei loro prodotti.

Immagine in primo piano: Yahoo Finance, grafico da Tradingview

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