Il mese scorso, le pratiche sulla privacy dei dati di OpenAI e le presunte violazioni del GDPR hanno portato l’Italia a diventare la prima democrazia occidentale a vietare ChatGPT. Il Garante per la protezione dei dati personali (GPDP) ha accusato OpenAI di raccogliere illegalmente i dati degli utenti e di non impedire adeguatamente agli utenti minorenni di accedere a contenuti inappropriati. Tuttavia, da allora OpenAI ha implementato diverse modifiche alla piattaforma e ora ha annunciato che il chatbot è nuovamente disponibile per gli utenti in Italia.

Una delle modifiche implementate da OpenAI include una nuova richiesta per verificare l’età degli utenti quando si iscrivono. Ciò impedirebbe agli utenti minorenni di accedere a contenuti inappropriati, che era una delle principali preoccupazioni per il GPDP. Inoltre, nel tentativo di offrire agli utenti un maggiore controllo sui propri dati, l’azienda ha introdotto un nuovo modulo per consentire agli utenti dell’UE di rimuovere i propri dati ai sensi del Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR).

Inoltre, OpenAI ha anche pubblicato un nuovo articolo del centro assistenza che illustra in che modo l’azienda raccoglie le informazioni personali e in che modo gli utenti possono contattare il responsabile della protezione dei dati incaricato dal GDPR.

“Non utilizziamo e non utilizzeremo alcuna informazione personale nelle informazioni sulla formazione per creare profili su persone, contattarle, fare loro pubblicità, provare a vender loro qualcosa, o per vendere le informazioni stesse”, si legge nell’articolo della guida di OpenAI.

Altre battaglie legali in futuro

Sebbene la risposta di OpenAI alle preoccupazioni dell’Italia dimostri l’impegno dell’azienda a proteggere i dati degli utenti e a promuovere Sviluppo dell’IA, è probabile che OpenAI debba affrontare altre battaglie legali in futuro poiché paesi come Spagna e Canada hanno già iniziato a indagare sulle pratiche di OpenAI, inclusi i suoi metodi di raccolta dei dati per i suoi modelli linguistici e le informazioni che questi modelli generano.

Inoltre, il lancio di ChatGPT e di altri modelli di linguaggio AI ha anche acceso un dibattito sulle implicazioni dell’intelligenza artificiale e sulla necessità di adeguate misure normative. Di conseguenza, i legislatori europei stanno promuovendo l’AI Act, che potrebbe imporre controlli rigorosi sulle pratiche sulla privacy dei dati di aziende come OpenAI.

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