L’intelligenza artificiale si sta facendo strada in più angoli della nostra vita, che ci piaccia o no. Google è una forza della natura basata sull’intelligenza artificiale, quindi non esita a spingere la tecnologia nei suoi servizi. Grazie a un nuovo rapporto, sembra che Google ti consentirà di utilizzare l’intelligenza artificiale per creare le tue campagne pubblicitarie.

Questo potrebbe sollevare alcuni segnali d’allarme per le persone a causa della recente truffa di phishing che è stata pubblicata su LinkedIn non molto tempo fa fa. Questa truffa ha utilizzato copie e immagini generate dall’intelligenza artificiale per invogliare le persone a visitare un sito dannoso. Pertanto, le persone potrebbero essere un po’diffidenti nei confronti di questa notizia.

Google ti consentirà di utilizzare l’intelligenza artificiale per generare campagne pubblicitarie

Quindi, questo è ancora nelle fasi iniziali, quindi non farlo aspettati di essere ancora bombardato da annunci generati dall’intelligenza artificiale. Secondo un rapporto del Financial Times (tramite Engadget), Google sta pianificando di implementare Bard in Performance Max. Bard, come sai è il chatbot AI dell’azienda.

Performance Max è la piattaforma per le campagne pubblicitarie di Google. Lo usi per creare e gestire le tue campagne pubblicitarie sotto lo stesso tetto. Se stai cercando di creare le tue campagne pubblicitarie Google, ti consigliamo di dai un’occhiata.

Performance Max potrebbe già utilizzare un po’di intelligenza artificiale per trovare il tuo pubblico e può persino scrivere un semplice testo pubblicitario. Tuttavia, Bard porterà le cose al livello successivo in termini di capacità generative. Con l’integrazione, Performance Max potrebbe creare campagne pubblicitarie basate su input di testo e immagini. Sarà in grado di creare campagne pubblicitarie più avanzate.

Sembra un modo efficiente per generare campagne pubblicitarie ottimizzate, ma le preoccupazioni tipiche sull’intelligenza artificiale persistono. Non molte persone vorrebbero sapere che gli viene venduto un prodotto da un’intelligenza artificiale.

C’è un’altra preoccupazione

Una preoccupazione che qualcuno ha sollevato è stata la diffusione della disinformazione, non solo intenzionale. Il fatto è che i chatbot non sono sempre corretti e Google ha la cicatrice per dimostrarlo. Bard, Bing AI, ChatGPT e altri bot hanno fornito fatti imprecisi nei nostri test.

Se l’IA sta generando un testo pubblicitario, allora c’è la possibilità che stia distribuendo informazioni errate a milioni di persone. Questa è un’area in cui Google dovrà prestare attenzione.

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